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Inception! Dieci buoni motivi per non perdere il film dell’anno

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E’ il film dell’anno, almeno di questo inizio stagione: un po’ perché ne parlano tutti, un po’ perché in un solo mese  ha incassato 570 milioni di dollari (!), un po’ perché è un labirinto, ma più che provarne a uscirne cerchi di entrarci e di rimanerci dentro…Benvenuti nel magnifico mondo di un film che è un sogno, anzi tre: un cast che da solo è  un dream team, un regista che ama i rebus, un’ambizione che ha un solo limite, l’immaginazione. E poi? Poi, i dieci motivi per i quali secondo noi questo film non potete proprio perderlo.

1. Perché è un film che ha la faccia (e i muscoli…) del kolossal, del blockbuster, del filmone commerciale: ma ha un’anima profonda, da cinema esistenziale, metafisico, filosofico. Perché nello stesso momento in cui cita splendidi inseguimenti nella neve degni di 007, si interroga sulla fragilità della realtà (e del nostro presente) , sull’autenticità dell’ispirazione, sul rimorso, sul rimpianto. E sulla colpa.

2. Perché lo ha girato un regista di appena 40 anni, che ha un fratello in galera e una moglie produttrice che non lo molla un attimo e non possiede né un cellulare né un computer: tutti elementi che lo rendono degno di interesse.

3. Per la definizione che il protagonista dà dell’idea: "il parassita più resistente: niente è più persistente e contagioso di un’idea"

4. Per la sequenza straordinaria (nel concetto più ancora che nella sbalorditiva realizzazione)  in cui Parigi si chiude su se stessa come se fosse una scatola.

5. Perché è un film che ha a che fare con Freud ma anche con Strange days, con le visioni di Escher ma anche con le suggestioni di Matrix, con il mito di Orfeo ma anche con il cinema di Resnais.

6. Perché si esce storditi e il cinema serve anche a quello: a darti la scossa

7. Perché gli utenti di Imdb gli hanno assegnato come voto 9,1, mettendolo al 4° posto tra i film più belli di tutti i tempi

8. Perché c’è un cast all star: non solo DiCaprio, sempre più tormentato, ma anche l’ultimo samurai Ken Watanabe, la piccola Ellen Page di  Juno, la francesina da urlo Marion Cotillard. E Michael Caine e Pete Postlethwaite che fanno tre minuti a testa ma li fanno ovviamente benissimo.

9. Perché era da tanto che non vedevamo una trottola.

10. Perché nella voce di Edith Piaf c’è tutta la bellezza e il dolore dell’eternità.


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